Paradisi Perduti di Emanuele Zeffiro e La chiave di Nona di Manuela Giacchetta|
Cosa succede quando si perde la bussola? Quando non si riesce a comprendere più la propria identità?
Ci si smarrisce perché ogni tassello finisce per saltare. Questo succede ai personaggi protagonisti dei due libri che ho appena finito di leggere. Las Vegas Edizioni propone come sempre voci fuori dal coro, autori che hanno una visione della narrativa e della letteratura molto alternativa, secondo percorsi che non seguono cliché predominanti.
"Quante possibilità hai ancora davanti a te? Pensi di coglierne qualcuna?"
Davide in Paradisi Perduti ha trent’anni, una laurea in fisica, un lavoro nel pubblico e una ragazza. Eppure, quasi nulla sembra funzionare nella sua vita. Decide di interrompere la relazione, che gli sembra soffocante, per poi pentirsene appena lei si trova un altro.
Si prende un anno sabbatico da un lavoro che sente privo di stimoli. Il suo primo viaggio in Costa Rica è l’inizio di un processo di apertura verso la vita, ma anche di confronto con la propria educazione cattolica e la figura oppressiva del padre, morto da poco.
I viaggi successivi, in Argentina e in India, gli porteranno una maggiore consapevolezza di sé, dei propri desideri più veri, ma anche di alcuni lati oscuri, come l’aggressività non sempre controllabile. Davide scoprirà in sé anche un’indomita forza d’animo, che gli ricorda proprio quella di suo padre.
Emanuele Zeffiro vive vicino Padova, ha una laurea in Chimica ed una specializzazione in Counseling; lavora in un laboratorio di analisi chimiche. Ama i viaggi, la mountain bike, il teatro e il buon vino. Quello che mi ha colpito di questo libro, é la forza di ripresa del protagonista. Quando tutto sembra andare male, il destino, nonostante le malefatte, sembra porgli davanti ulteriori prove per permettergli di fare altri passi in avanti per la sua formazione.
Diverso é invece, per certi versi, il percorso che traccia Manuela Giacchetta in La chiave di Nona. Qui due violoncelliste si ritrovano alla ricerca della propria identità. L’una nel passato, attraverso la musica. L’altra nel presente, attraverso il silenzio.
Nona Martini è una ragazza molto timida e introversa. È legata alla sua rigorosa solitudine, covata ai margini di un segreto.
Agata Romanenko, al contrario, è una famosissima quanto discussa concertista, costretta a un tragico silenzio. Sotto gli occhi di tutti per la sua disinvolta vita privata, si ritrova suo malgrado a dover affrontare la sua storia irrisolta con Valerio.
Entrambe le musiciste sono legate al mistero di una chiave musicale. La sua rivelazione dipenderà da una terza donna, Elena, fragile madre di un neonato che diventa il destinatario di tutti i suoi pensieri.
Manuela Giacchetta ha 50 anni, scrive da quando ne ha 11. Ma l’esordio letterario è arrivato solamente nel 2011 con il romanzo “Bowling e margherite”. «Che tra l’altro avevo scritto parecchio tempo prima - racconta l’autrice - ma non avevo mai pensato di pubblicarlo». Poi è arrivata la gravidanza e un lungo periodo per potersi dedicare di nuovo alla sua passione. «Mi sono messa rileggere il mio romanzo e l’ho trovato divertentissimo - racconta Manuela mentre si lascia scappare una risata - così l’ho corretto un po’, l’ho rifinito e ho deciso di darlo alle stampe». A quel punto è scattata la ricerca delle case editrici. «Ho provato con quelle più grandi, ma non è stato semplice - spiega - così ho scritto a due-tre case editrici indipendenti e, con grande sorpresa, mi hanno risposto subito». Ed ecco che è arrivato il contatto con l’attuale casa editrice di Manuela, con cui è arrivata a pubblicare ben tre romanzi.
I romanzi di formazione mi hanno sempre affascinata per la loro potenza di esplodere al livello narrativo e prendere una direzione ben precisa. La metamorfosi é un motivo costante. Il cambiamento é come un fiore che sboccia, una stagione che passa e un'altra che arriva.
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