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Sangue delle Langhe di Marina Marazza – Una donna, un vino, una rivoluzione silenziosa

Aggiornamento: 20 mag

Non capita spesso che un romanzo storico riesca a sorprendermi così tanto, ma Sangue delle Langhe. La saga dei Barolo di Marina Marazza (Solferino) è uno di quei libri che ti entrano sotto pelle, che ti lasciano addosso il profumo della terra, del vino e della passione per un’epoca e per una donna straordinaria. Non è solo un romanzo storico, ma un vero e proprio viaggio in un'epoca di grandi cambiamenti, raccontato attraverso la vita di una donna incredibilmente moderna per il suo tempo: Giulia di Barolo, nata Juliette Colbert.

La protagonista, Giulia di Barolo, è una figura storica realmente esistita che – lo ammetto con un po’ di vergogna – non conoscevo affatto. Ed è incredibile quanto la sua storia sembri scritta apposta per diventare romanzo: una giovane aristocratica francese che, in pieno periodo napoleonico, rinuncia ai privilegi della sua classe per sposare un nobile piemontese, Tancredi Falletti di Barolo, e si trasferisce a Torino. Fin qui, sembrerebbe quasi la trama di un classico romance storico. Ma poi succede qualcosa: Giulia prende in mano il suo destino, e inizia a cambiare davvero il mondo intorno a sé.


Marina Marazza racconta la vita di Giulia con una scrittura fluida, emozionante, piena di dettagli storici ma mai pesanti. Anzi, ogni pagina è viva, piena di atmosfera. Torino diventa quasi un personaggio a sé, con le sue nebbie, le sue prigioni, le sue tensioni sociali. E poi ci sono le Langhe, che entrano in scena con la loro bellezza ruvida, con la vigna che cresce sulle colline e il Barolo che prende vita poco a poco, quasi come un figlio spirituale di Giulia. È affascinante vedere come questa donna non solo si sia dedicata alla riforma delle carceri femminili, ma abbia avuto anche un ruolo fondamentale nella nascita del vino Barolo come lo conosciamo oggi. L'autrice costruisce un affresco storico ricco di dettagli, dove si intrecciano le vicende personali di Giulia con gli eventi storici del tempo. Il romanzo affronta temi come l'emancipazione femminile, la giustizia sociale e la lotta contro le disuguaglianze, offrendo uno spunto di riflessione sulla condizione della donna nel XIX secolo. Lo stile narrativo è coinvolgente, con una prosa elegante che rende la lettura fluida e appassionante.


Uno degli aspetti che mi ha colpito di più è la modernità di Giulia: la sua lotta per i diritti delle donne, il suo impegno per l’educazione e per il riscatto sociale, la sua capacità di agire in un mondo dominato da uomini, senza mai perdere la sua umanità. E Marazza riesce a restituircela in tutta la sua forza, senza retorica, senza forzature. Non posso non citare anche i personaggi secondari, come Angela – una donna dalla vita difficile che finisce per incrociare quella di Giulia in modo potente – o lo stesso Tancredi, un uomo che riesce ad amare una donna così forte senza cercare mai di contenerla. È raro, in romanzi storici ambientati nell’Ottocento, trovare relazioni così ben raccontate e credibili.


Sangue delle Langhe non è solo un romanzo storico: è una storia che parla di coraggio, di radici, di trasformazione. È una dichiarazione d’amore per il Piemonte, per il vino, per le donne che hanno fatto la storia anche quando nessuno le raccontava. E ora, finalmente, hanno trovato una voce.


La storia parte nella Parigi napoleonica, ma si sposta quasi subito a Torino, dove Giulia – diventata italiana per amore – si butta a capofitto in battaglie che oggi definiremmo femministe e sociali, ma che all’epoca erano quasi impensabili. Si occupa delle carceri femminili, si batte per la dignità delle detenute, lotta per i diritti delle donne e lo fa con una determinazione che ti fa venire voglia di conoscerla di persona.


Quello che mi è piaciuto molto è il modo in cui Marina Marazza riesce a raccontare tutto questo senza mai cadere nel tono da “lezione di storia”. Anzi, la narrazione è fluida, appassionante, con momenti davvero toccanti e personaggi che rimangono impressi. Oltre a Giulia, c’è Angela – un personaggio femminile potentissimo – e ovviamente il marito Tancredi, che ha un ruolo chiave nella vita di Giulia, ma senza mai metterla in ombra. E poi c’è il vino, il Barolo, che non è solo uno sfondo: è parte integrante della storia, della cultura, delle radici di questi personaggi. Il modo in cui Marazza intreccia la nascita del “re dei vini” con le vicende familiari e politiche è davvero affascinante. Fa venir voglia di andare nelle Langhe, camminare tra le vigne e sentire quel legame profondo con la terra e la storia.


E' un libro che consiglio a chi ama le storie vere, quelle con donne forti, con passione, con ideali. Ma anche a chi cerca un romanzo avvincente, scritto bene, con uno sguardo profondo sulla nostra storia. Aspetto con curiosità i prossimi volumi della saga. Giulia di Barolo è un personaggio che merita di essere scoperto. Perché quando un libro ti fa venir voglia di studiare, di visitare i luoghi, di bere un buon bicchiere di Barolo con più consapevolezza, allora vuol dire che ha fatto centro.


Una cosa curiosa è che Sangue delle Langhe è il primo libro di Marina Marazza che leggo — e ora mi chiedo come abbia fatto a non scoprirla prima. La potenza narrativa di questo romanzo, la delicatezza con cui tratteggia il ritratto di Giulia di Barolo, la capacità di intrecciare grandi eventi storici con storie profondamente umane, tutto questo mi ha davvero colpito. Mi ha lasciato quella sensazione rara che provo solo quando incontro un'autrice capace di coniugare rigore storico e partecipazione emotiva. Non è una cosa scontata, anzi. Proprio per questo motivo, ora che ho finito Sangue delle Langhe, sto già andando a cercare gli altri suoi libri. Marina Marazza ha scritto romanzi come Le due Marie, che racconta una storia vera e toccante di maternità e Resistenza, e La donna che scriveva racconti, dedicato a Edith Wharton. Sembra che anche lì al centro ci siano donne forti, spesso dimenticate, raccontate con una sensibilità che dà loro nuova voce. E francamente, dopo aver incontrato la Giulia di questo libro, ho voglia di conoscere anche tutte le altre “Marazza women”.


Quello che mi colpisce è che non si tratta solo di biografie romanzate: Marazza dà profondità psicologica ai suoi personaggi, li fa vivere nella pagina. E, da quello che ho letto in giro, anche nei suoi romanzi precedenti si ritrova questo sguardo attento, questa voglia di riscatto della memoria femminile, con storie potenti e spesso ispirate a figure realmente esistite. Insomma, Sangue delle Langhe è stata per me una porta d’ingresso in un universo narrativo che non conoscevo ma che sono felice di aver scoperto. Se anche voi amate la narrativa storica con un cuore pulsante e donne fuori dal comune, questo libro è il punto di partenza perfetto.


Marina Marazza, pseudonimo di Marina Migliavacca, è una scrittrice e giornalista milanese con una carriera editoriale di oltre quarant'anni. Laureata in Storia con una tesi sulla Biblioteca del Popolo di Edoardo Sonzogno presso l'Università degli Studi di Milano, ha iniziato la sua carriera editoriale a sedici anni, lavorando come correttore di bozze e salendo gradualmente le scale professionali fino a diventare direttore editoriale per case editrici come Sperling & Kupfer e Sonzogno – Gruppo RCS. Dal 1991 al 2013 ha lavorato per The Walt Disney Company Italia, dirigendo una trentina di testate Disney e Marvel. Nel 2013 ha lasciato la multinazionale per dedicarsi completamente alla scrittura e alla consulenza editoriale. Marazza è autrice di oltre trenta libri, tra cui romanzi storici, biografie romanzate, saggi e narrativa per ragazzi e adulti. La sua scrittura si distingue per un approccio rigoroso alla documentazione storica, unita a una narrazione coinvolgente che rende accessibili temi complessi. Tra le sue opere più note vi sono Io sono la strega, vincitore del Premio Salgari, del Premio Asti e del Premio Selezione Bancarella nel 2021, e Le due mogli di Manzoni, che ha ricevuto il Premio Acqui Storia 2023, il Premio Scritture di Lago e il Premio Ippolito Nievo .

Il suo stile narrativo si caratterizza per l'attenzione ai dettagli storici, la profondità psicologica dei personaggi e la capacità di intrecciare storie personali con eventi storici significativi. Marazza ha dichiarato di considerare la scrittura storica come una forma di "historytelling", in cui la ricerca documentale approfondita si fonde con la narrazione romanzata, rendendo la storia viva e accessibile a un ampio pubblico . Attualmente, Marazza continua a scrivere e a collaborare con diverse riviste, tra cui Io Donna, consolidando la sua posizione come una delle voci più rispettate nel panorama della narrativa storica italiana.



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