Liquefatto - di Hilary Tiscione.Un esordio potente che racconta una corsa esistenziale
"Mi avevano detto che immaginare il magone cadere nello stomaco è un modo per seppellirlo. Mi avevano detto che respirare dentro l'origine di un pianto è un modo per liberarlo dei nodi. Mi avevano detto che ignorare lo strazio è un buon modo per amministrarlo."
"Liquefatto" di Hilary Tiscione, pubblicato il 15 giugno da Polidoro editore, è un viaggio, uno stato mentale, un reazione incondizionata a uno stimolo che arriva pressante.
Dentro una maledetta esistenza si sente un respiro sottile che oscilla indeciso tra la voglia di urlare e quella di tacere. Non esistono radici nella storia di Maddalena lunga un viaggio in America.
Prevale il racconto di una coscienza al bivio, la sua. Il mondo è accettato come da una bambina sul sedile posteriore. Tutto scorre,tutto si dissolve, nulla si dimentica.
"Attraversiamo tutta Las Vegas con la macchina, ci lasciamo la Tour Eiffel alle spalle, ubbidiamo alle radici del Bellagio nel loro più violento spettacolo. Siamo spogli dalla sorpresa. Abbiamo le braccia nude. I busti aperti. Crocifissi. Imbecchiamo l’inversione di marcia."
Pochi giorni dopo aver scoperto di essere incinta, Maddalena decide di partire per la California, direzione Santa Monica. Fugge da Romano, l'uomo con cui vive da anni una routine sfarzosa e nociva, e da un improvviso e violento senso d'inadeguatezza. La donna si mette in viaggio con l'amica Lia e raggiunge a Los Angeles Tito, un ragazzo che vive una vita oscura, al limite dell'illecito. I tre, a loro volta, iniziano un viaggio on the road nel deserto del Mojave fino ad arrivare a Las Vegas, alloggiando nel famigerato hotel El Cortez. Il continuo vagare conduce la protagonista - nonché voce narrante dell'intera storia - a uno sfinimento fisico e psichico che, al ritorno dal Nevada, la spingerà verso una definitiva crisi interiore.
L'autrice non menziona mai la parola errore. Quello che porta con sé è il frutto di altri. Un pianto disperato di chi si è perso e non si è mai voluto ritrovare. La resa dei conti crudele pronta a farle sentire la fine. Un dolore da far venire alla luce senza riscatto.
Forte, intimo e senza via di fughe. Il ritmo serrato non lascia tregua incuriosendo il lettore fino all'ultima pagina. Un esordio potente che racconta una corsa esistenziale ed emotiva all'ultimo respiro in un viaggio di formazione salvifico per chi si sente perduto.
Hilary Tiscione (1987) è nata a Genova e vive a Milano. Dopo aver studiato presso un’accademia di cinema americana, si è laureata in Lettere e Filosofia all’Università Cattolica del Sacro Cuore. Scrive per il Magazine 8 e mezzo. Ha frequentato la scuola di scrittura di Raul Montanari e si è diplomata al Master in Arti del Racconto dell’Università IULM di Milano, terminato con una proficua esperienza lavorativa con la casa editrice Bompiani. Attualmente lavora all’Università IULM di Milano per il Rettore Gianni Canova. È autrice di Se Rose gli facesse spazio, Jack si salverebbe? Finali alternativi di grandi film (Bietti, 2021). Suoi racconti sono apparsi su Nazione Indiana, Il Primo Amore, Minima&Moralia e Altri Animali.
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