Il Bird Hotel di Joyce Maynard, l'Hotel delle seconde opportunità-
“Non è importante cosa sia successo prima. È quello che farai adesso che conta”
Il Bird Hotel è la storia romantica di una donna in fuga da tutto, che trova la forza di non arrendersi e continuare a sognare. Come in L’albero della nostra vita, Joyce Maynard intreccia cultura pop e storia americana, e celebra il potere salvifico della natura e dell’arte, semi da cui può germogliare la speranza, anche nei momenti più cupi.
L'incipit del romanzo si apre con la volontà della protagonista, Irene, di suicidarsi.
Potrebbe sembrare già noto il leit motiv, ma le parole che Joyce Maynard sceglie per descrivere, non solo l'intenzione, ma i sentimenti e le speranze naufragate della sua protagonista, catturano nell'immediato.
Scatta qualcosa, simile ad un incantesimo.
Irene é rimasta sola al mondo. Da bambina, perde la madre, dopo essere stata abbandonata da tutti gli uomini passeggeri che tentano di somigliare anche lontanamente a una figura paterna. Cresce con la nonna e poi, succede ancora. Nuove assenze, nuovi lutti, ancora la solitudine.
La vita dovrebbe essere lineare, almeno in parte. Invece, per Irene non lo é mai.
La circolarità degli eventi indicibili che rendono intollerante la vita di Irene é qualcosa che non fa altro che continuare a tornare.
Assomiglia ad una giostra che continua a girare in senso antiorario, per una vita intera.
Il giorno in cui, sopraffatta dalla disperazione e dal dolore, prova ad uccidersi, sale su un autobus dipinto di verde che ricorda una tartaruga in partenza per una destinazione ignota. Non sta scappando, non é una fuga. É piuttosto simile ad una foglia secca spostata dal vento autunnale.
E così, in balia delle correnti del caso, finisce per arrivare in un paesino sperduto dell'America centrale, sulla riva di un lago dominato da un vulcano.
Da quel momento, la sua inerzia, seppur lentamente, si trasforma in azione in un tempo diverso, lontano dalla nostra realtà, scandito dalle stagioni e dalla bellezza della natura. Le tragedie che colpiscono la piccola comunità indigena tornano raffigurate in un quadro appeso nell'hotel dove arriva Irene, gestito inizialmente da Leila, che dà il titolo al romanzo, e che con lo scorrere della narrazione finisce per assumere un significato profetico e magico.
Qui trova alloggio a La Llorona, l’albergo meraviglioso e decadente di Leila, una donna che come lei ha alle spalle un passato complicato. Irene non sa raccontare di sé, non lo ha mai fatto: la paura che la sua vera identità venga scoperta e il dolore per tutti i suoi lutti la paralizzano. Così, ogni sera Leila la distrae con le storie degli ospiti che negli anni sono passati di lì. Grazie a lei, Irene riscopre interesse per la vita e ricomincia persino a disegnare.
Poi, come caratteristica ricorrente della vita di Irene, un'altra perdita, ancora una volta che fa di lei la nuova direttrice dell'hotel. Attraverso la ricostruzione della struttura, dei suoi giardini, dell'eredità ancestrale di Leila, Irene, anno dopo anno, ricostruisce se stessa.
Con fatica, al dolore segue la rinascita. Chi arriva al Bird Hotel ha un peso del suo passato che non riesce ad alleggerire, un fardello ricco di fantasmi che poco per volta inizia a dissipare attraverso un percorso di accettazione che contiene una promessa di pace, la speranza di tornare ad essere felice che fa di questo romanzo uno dei libri più belli del 2024.
Joyce Maynard è una scrittrice e sceneggiatrice americana, giornalista per il New York Times, Vogue, O, The Oprah Magazine, e The New York Times Magazine. Ha pubblicato diciassette libri, tra cui At Home in the World, che racconta la sua relazione da giovanissima con J.D. Salinger. Il suo romanzo To Die For è diventato il celebre film Da morire, così come Labor Day, di prossima pubblicazione per NNE, è stato portato sul grande schermo da Jason Reitman.
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