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  • Giusy Laganà

Dove siamo stati bene- di Edelweiss Ripoli, la dipendenza affettiva tra dislivelli termici emotivi


«Me ne tor­nai nel­la mia stan­za con la nuo­va con­sa­pe­vo­lez­za che il vero mo­to­re del­la mia fa­mi­glia era la de­vo­zio­ne, e non l’a­mo­re. Mam­ma era de­vo­ta a papà che era de­vo­to a So­fia che era de­vo­ta a lui, e poi c’e­ro io che, in­ve­ce, ama­vo tut­ti»

Si torna sempre dove siamo stati bene, a partire dal nostro passato. I ricordi belli costruiscono la nostra corazza davanti alle avversità e, spesso, facciamo molta fatica a distaccarci da essi.

Ancora prima dell'uscita del libro di Edelweiss Ripoli, pubblicato da Les Flaneurs, i social ne parlavano con notevole entusiasmo. Oltre ad essere redattrice di Risme, nota rivista letteraria fondata da Maria Sara Serafini, l'autrice di "Dove siamo stati bene", si contraddistingue per una scrittura delicata e potente.

Nella storia individuale di ciascuno, il passato rappresenta "lo zainetto" che ci portiamo addosso e che orienta il futuro, stabilendo il presente.

Le relazioni famigliari costituiscono la nostra carta d'identità" e, come sappiamo, non sempre sono rapporti positivi in stile "Mulino Bianco".

Il romanzo di Edelweiss é un racconto sul passato immemorabile, dove per elaborare la storia che ha preceduto i protagonisti si parte dal punto zero, da dove tutto é cominciato.

Lorenzo, ripercorre i primi anni dei vita della sorella Sofia e, ancora prima, la giovinezza dei suoi genitori e il loro incontro, risalendo fino ai nonni. Una storia famigliare che racconta le luci e le ombre delle relazioni umane con chi amiamo.


Una genealogia che rivela un'immaturità affettiva

Lo status identitario di ognuno di noi é composto da tutte le persone che hanno sempre fatto parte della nostra vita, fin dall'infanzia. Alessandra e Matteo, i genitori di Lorenzo e Sofia, riflettono un rapporto fatto di tenerezza, ma anche di inibizione e rigidità, contraddistinto da dislivelli termici sia all'interno che all'esterno. Le due differenti genitorialità avute con i due figli, dimostrano un'elevata instabilità di ruoli e di emozioni. I meccanismi creano un vortice di dipendenza affettiva, quasi tossica, che influenza ogni decisione e ogni atteggiamento. Leggendo "Dove siamo stati bene", vogliamo comprendere la psicologia di ogni singolo personaggio quasi per prevedere ogni sua mossa, perché sicuramente ci racconta molto di noi e del nostro vissuto.

Il paradosso della dipendenza affettiva é che germoglia sempre a partire da una famiglia anaffettiva, rispecchiando mancanze e insicurezze che verrano rimarcate sempre nelle relazioni con gli altri da adulti.

La scrittura di Edelweiss racconta di dipendenza affettiva ed emotiva secondo uno stile dolce e delicato che porta il lettore ad amare i suoi personaggi e le loro insicurezze, comprendendoli fino alla fine come spettatori esterni davanti a un film, consapevoli del loro dolore e di dove andranno, ma col piacere di una buona rappresentazione reale della vita.


Edel­weiss Ri­po­li (Roma, 1982), è una far­ma­ci­sta. Vive a Ren­de, Co­sen­za. Ha pub­bli­ca­to al­cu­ni rac­con­ti bre­vi e lun­ghi e, nel 2017, il suo pri­mo ro­man­zo, Li­be­re, per l’E­ru­di­ta Edi­to­re. Dal 2020 col­la­bo­ra con la ri­vi­sta Ri­sme.

Ha pubblicato il racconto Ti ho sempre addosso all’interno dell’antologia Racconti a scatti (2013), e i racconti lunghi, in ebook, Rettangoli (2013) e Il giorno che non c’è (2014) entrambi per Officine Editoriali.

Nel 2014 esce sul «Quotidiano della Calabria» il racconto Come in un racconto, nel 2016 partecipa alla seconda serata del concorso letterario "8*8" promosso dall'agenzia letteraria Oblique, con il racconto Il mercato è quadrato. Altri racconti sono stati pubblicati su Biblon.it , Quarta Corda e Narrandom.


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