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  • Giusy Laganà

Anna Magnani, racconto d'attrice - di Chiara Ricci-

Ho dentro di me tante figure, tante donne, duemila donne. Ho solo bisogno di incontrarle. Debbono essere vere,ecco tutto, io voglio dei personaggi autentici.



Anna Magnani é stata un'icona del teatro e cinema italiano del Novecento, una donna che si é scontrata spesso con i drammi interiori dei suoi personaggi, di quelle tante donne che sapeva e che sentiva di avere dentro di sé, con quella sua potenza interiore che le donava inquietudine e smania di vivere.


Molti giornalisti e critici hanno definito la nostra attrice come la "Tigre del Tevere" o la "Tigre timida", un vulcano perennemente in eruzione, dimenticando che dietro la maschera esibita e la forza del suo carattere vi era la donna da proteggere e difendere.


Anna Magnani (Roma, 7 marzo 1908Roma, 26 settembre 1973) è considerata una delle maggiori interpreti femminili della storia del cinema, tra le poche attrici, la prima italiana, a essere considerata in tutto il mondo una grande personalità artistica.

Attrice simbolo del cinema italiano, è stata, insieme con Alberto Sordi e Aldo Fabrizi, una delle figure preminenti della romanità cinematografica del XX secolo. Celebri le sue interpretazioni, soprattutto in film come Roma città aperta, Bellissima, Mamma Roma e La rosa tatuata. Quest'ultimo le valse nel 1956 un Oscar alla miglior attrice protagonista (la prima attrice non di lingua inglese a ricevere il premio).Era anche soprannominata "Nannarella".


«Ho capito che non ero nata attrice. Avevo solo deciso di diventarlo nella culla, tra una lacrima di troppo e una carezza di meno. Per tutta la vita ho urlato con tutta me stessa per questa lacrima, ho implorato questa carezza. Se oggi dovessi morire, sappiate che ci ho rinunciato. Ma mi ci sono voluti tanti anni, tanti errori»

 

Doveva essere Anna Magnani ad interpretare "La Ciociara" di Vittorio De Sica, film inspirato al celebre romanzo di Alberto Moravia ma poi fu scelta Sofia Loren. Si dice che lo stesso Moravia per la costruzione del personaggio di Cesira guardo' proprio alla personalità della Magnani.

 

Nannarella. A questo soprannome affettuoso corrisponde un'artista, una donna con una consapevolezza di sé acuta fino a divenire tagliente: ciò emergeva chiaramente nelle interviste, quando l'attrice riconosceva in modo quasi impietoso la mancanza d'affetto patita, le debolezze ben nascoste sotto i proverbiali momenti di furia, un certo spregio dell'opinione altrui, ma soprattutto la propria complessità, che la rendeva difficile da incasellare, da etichettare, e - come lei stessa dichiarava - "profondamente umana".


Attraverso le parole di Chiara Ricci, ci accorgiamo che Anna Magnani è ancora tutta da interpretare e forse non ci sarà mai del tutto svelata, come è giusto che sia. Più che una biografia, questo libro è un'analisi intuitiva, psico-emotiva: l'autrice mette il proprio rigoroso approccio di ricerca al servizio di un racconto non convenzionale. Pagina dopo pagina, conosciamo una donna dalle mille sfumature, i suoi drammi, i suoi dolori e ogni passaggio della sua vita, da quella professionale a quella privata.


Il legame fra Anna e il teatro - la "migliore scuola" che le fece "spuntare le ali" - è intimo, più viscerale forse di quello con il cinema: è lì che la magnifica attrice riceve il suo primo vero applauso, il primo "brava", l'inizio di un nutrimento tanto atteso per uno spirito così difficile da accontentare. Questa sarà la chiave di lettura dalla quale guardare a tutta la sua carriera.


Leggere queste pagine é un piacere per gli appassionati, che vi troveranno molto, e una sorpresa per chi conosce solo per sommi capi la vita artistica e privata di Anna Magnani, della quale non potrà che innamorarsi, con una prefazione di Italo Moscati e introduzione di Franco D'Alessandro, pubblicato da Graphe.it (26 agosto 2023). Dal momento in cui questo libro viene aperto, il lettore viene immerso in un viaggio attrattivo quasi in 3D, dove l'attenzione non fa che aumentare passo dopo passo, stimolando la curiosità.

 

Chiara Ricci nasce a Roma nel 1984. Nel 2008 si laurea in Dams (Discipline delle Arti, Musica e Spettacolo) con una tesi dal titolo Il Teatro davanti alla Macchina da presa. Elementi di teatro nel cinema di Anna Magnani. Nel 2010 consegue la Laurea Magistrale con lode in “Cinema, Televisione and Produzione Multimediale” con una tesi dedicata alla prima regista donna del cinema italiano Elvira Notari la cui riduzione è stata pubblicata negli Stati Uniti.

Ha curato e scritto i saggi monografici: Anna Magnani. Vissi d’Arte Vissi d’Amore (Edizioni Sabinae, 2009) con il quale vince il Premio Internazionale Giuseppe Sciacca nella sezione “Saggistica”, Signore & Signori… Alberto Lionello (Ag Book Publishing, 2014), Valeria Moriconi. Femmina e donna del Teatro italiano (Ag Book Publishing, 2015), Il cinema in penombra di Elvira Notari (Lfa Publishing, 2016), Lilla Brignone. Una vita a teatro (Edizioni Sabinae, 2018), Ugo Tognazzi. Ridere è una cosa seria e Monica Vitti (entrambi Edizioni Sabinae, 2022), Wilma Montesi. Una storia sbagliata (Golem, 2022).

Nell’aprile 2017 l’Università degli Studi Roma Tre le conferisce la nomina di “Cultore della materia di Storia del Cinema e di Filmologia”. È Presidente dell’Associazione Culturale “Piazza Navona”, creatrice e ideatrice della Rubrica online “Piazza Navona” e del Premio Letterario Nazionale “EquiLibri”. È curatrice di mostre dedicate al cinema con materiale proveniente dal proprio archivio personale e tiene lezioni e conferenze in Italia e all’estero dedicate alla Storia del Cinema e del Teatro.

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