E come il vento - di Davide Rondoni
"Cosa succede in questa poesia? E cosa succede a chi si trova lei di fronte, lei come un suono addosso? Ha duecento anni. Ma accade sempre nuova. E' un prodigio? Uno strano prodigio in noi. Come fosse un magnete che sposta energie. Poesia- magnete".
Davide Rondoni (Forlì, 1964) è un poeta, scrittore e drammaturgo italiano, fondatore del Centro di Poesia Contemporanea. Per Fazi editore (Collana Le strade, 2019) ha scritto "E come il vento", una dolce riflessione su una delle poesie più belle della letteratura italiana: L'infinito di Giacomo Leopardi.
Il libro celebra il bicentenario (1819-2019) della poesia più nota della storia della letteratura italiana. Davide Rondoni compie un viaggio narrativo all’interno dell’Infinito che diventa come un “magnete” per leggere il mondo e per esplorare le tracce che la poesia ha disseminato non solo in altri testi leopardiani, come Lo Zibaldone, ma anche negli scritti di critici e di poeti successivi (De Sanctis, Raimondi, Citati, Orcel, Bigongiari, Luzi, Ungaretti, Montale ecc.).
Da profondo e accurato studioso del nostro amato poeta, ha scritto un libro delicato come un soffio, ma profondo come il mare. Le sue pagine sono scorrevoli e alla continua ricerca di un significato preciso: cos'è l'infinito? Perché l'uomo é così attratto da questo confine tra il visibile e l'invisibile? Cosa vide Leopardi "nell'infinito" da essere fonte d'ispirazione e da riuscire a scrivere una poesia definita contemporanea?
Davide Rondoni, buon conoscitore della parola, scrive della poesia come mezzo salvifico per l'essere umano, partendo da questa consapevolezza: < qualcuno pensa di sapere cosa sia la poesia, ma spesso non sappiamo più cosa sia il silenzio... Figuriamoci la poesia, che é figlia prediletta del silenzio". Pochi la comprendono, e pochi l'apprezzano.
"La poesia non cambia nulla nel mondo, apparentemente. Se non la materia più dura e difficile: la nostra vita".
In realtà Davide Rondoni cerca di spiegare ai più il messaggio contenuto nell'Infinito di Leopardi. L'infinito diventa un modo di vivere, diventa una filosofia per vedere il mondo con regole diverse. Diventa condizione dell'essere umano in quanto essere pensante.
"Sai cos'è vivere con l'infinito addosso? Viaggia, viaggia pure, sembra dirmi. Ama, soffri, scrivi, abbraccia le cose della vita. E cerca l'infinito. Sii il suo lupo, il suo mendicante".
Rondoni analizza questa poesia da buon scienziato della parola per indicarci la strada giusta e poterla adattare alle nostre vite.
"Cosa spinge l'uomo, da sempre e ovunque, a interrogarsi sull'infinito? Leopardi scrive: < dove trova piacere l'anima aborre che sia finito>. L'anima aborre...il punto da cui sorge il problema, come Leopardi indica, é la vita, l'esperienza".
Lui lo chiama "altrove", io lo chiamo "non luogo". L'infinito é un momento, un attimo, un frammento, in cui tutto si ferma, in cui tutto é ispirazione, il "dove* i nostri sogni prendono la loro forma reale. E' quel luogo che pensiamo quando siamo distratti e sconnessi dalla realtà quotidiana. E' il luogo dove vorremmo essere sempre, ma a cui non possiamo ambire perché ancorati alla realtà e alla ratio. Davide Rondoni lo definisce come la forza più concreta della vita. Ogni volta che sperimentiamo la fine di qualcosa o di un legame, stiamo sperimentando un contatto con l'infinito. Se i sentimenti di dolore, di delusione, di dispiacere non fossero sintomi della nostra tensione all'infinito, essi sarebbero solo una presa di consapevolezza, affrontati con distacco senza sentimento.
"E' un luogo irraggiungibile? Inesistente? Un luogo solo per eletti? No, non credo proprio. Il luogo "non altrove della poesia" é vicino a ognuno di noi, a volte basta girare lo sguardo un attimo per esserci, per ritrovarsi lì. Dipende da cosa si fissa...".
Tutto quello che noi facciamo é un orientamento all'infinito. Le nostre decisioni prese con il cuore e non il cervello, i nostri amori, i nostri affetti, le nostre passioni, sono tutte testimonianze di un mondo parallelo, di una forma intrinseca in noi, di cui spesso non ne siamo neanche a conoscenza.
"Me lo ripeto spesso: le poesie non si capiscono, si comprendono. Si prendono con sé e per tutta la vita ci parlano, ci stupiscono, ci chiamano." Effettivamente, la poesia é un verbo poco diffuso. Si parla sempre più spesso di esplosione dell'uso della poesia nei social. Oramai i mezzi di comunicazione ci consentono di esprimere noi stessi in versi, oppure utilizzare quelli dei grandi poeti per esprimere i nostri pensieri. La poesia é un verbo elitario, uno strumento per anime elette, un linguaggio che apre le porte dell'infinito per esplorarlo e poterlo amare. E' una chiave per quell'orizzonte a cui tendiamo ogni giorno, ma che spesso dimentichiamo in un cassetto della nostra memoria. Davide Rondoni ha scritto un libro poetico e meraviglioso.
Ha preso i versi di Leopardi e ne ha fatto dono a noi lettori, analizzandoli e incoraggiandoci a vedere oltre, a superare ogni confine, ad amare i suoi versi, perché solo attraverso il silenzio, assaporando la vita e seguendo ciò che amiamo, possiamo intravedere quello che vide il grande e unico Giacomo Leopardi.