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  • Giusy Laganà per Viaggi Letterari

Addio fantasmi - di Nadia Terranova



Ho appena finito il libro di Nadia Terranova. Solitamente mi prendo il tempo necessario per far decantare il turbine di emozioni e sensazioni provate quando concludo un libro, ma con questo é stato impossibile. Questo ultimo libro di Nadia Terranova é una ferita aperta alla vita, senza amare delusioni. E' un libro di una maestosa bellezza astratta, come quando ammiri un quadro, o qualcosa di intensamente bello. Come quando vuoi immortalare un momento perché magico, perché sai che finirà, ma sarà tuo per sempre. Leggerlo significa scavare nel dolore dell'esistenza. E' un dolore di chi ha vissuto l'abbandono. Una figlia che torna dopo tanti anni, nella sua Messina, per decidere cosa buttare e cosa no, nella casa materna. Ida é una donna che vive il ritorno nella sua città da Roma, come una guerriera che passa la traversata dello Stretto accompagnata da Scilla, Cariddi e Colapesce. Come il ritorno da un esilio forzato, come qualcuno che deve fare i conti con i propri fantasmi. Una figlia che dopo ventitré anni riapre finalmente una scatola nascosta che ha attraversato l'Italia e lo Stretto, con tutto quello che é rimasto di suo padre, come l'odore del tabacco e la sua voce nasale. Tutto quello che é necessario per chiudere quella cicatrice sanguinante che pulsa ancora sotto i vestiti, nell'animo. Perché come scrive l'autrice "Non si smette di amare qualcuno quando il suo nome e il suo corpo si sono sottratti: degli assenti ci portiamo dietro la voce e l'odore, le due tracce volatili...".

Ida é una donna che non può sottrarsi all'assenza di suo padre. E' stata una bambina che ha visto scomparire la persona più importante, senza una giustificazione o un motivo, senza l'ultima carezza o senza quel bacio che solo un padre può sigillare. Adesso, nella casa di sua madre, vede Sebastiano Laquidara ovunque, come vittima di allucinazioni. Perché é così che succede quando qualcuno di importante oggi c'è nella nostra vita e domani sparisce, lasciando il vuoto.


"Ero la bambina nata da un uomo e da una donna che si erano amati per giorni brevi, la custode della depressione di mio padre, la figlia rabbiosa di mia madre, la studentessa paziente e meritevole, la giovane donna spaventata. Ogni giorno imparavo la nascondere la vergogna e indossare la forza come i marinai, a comandare da un angolo come comandano le donne".

Una madre dominante dall'animo matriarcale, dal quale fuggire perché fa troppo male affrontare il passato. Ida si sente figlia di un padre scomparso e vittima del suo stesso male. Ricordarlo é l'unica ancora per non dimenticare, perché se si dimentica, poi bisogna ricordare il doppio.


"Per tutta la vita ero stata figlia dell'assenza di Sebastiano Laquidara; mentre diventavo adolescente la casa era umida, gli inverni ventosi e le estati aride: la più arida fu la quarta dopo la sua scomparsa. Avevo compiuto sedici anni nell'inverno; sarai la sedicenne più bella della città, mi aveva promesso mia madre quando ero una bambina asciutta e rinsecchita, e per onorare quella promessa, o quell'angoscioso ricatto, il viso si era fatto meno duro, mi erano cresciuti seni piccoli ma precisi".


Un inno alla vita, vissuta con i sui drammi interiori, che ciascuno di noi si porta dietro. Un libro intenso che ripercorre le assenze e che ci fa sentire sopravvissuti ai nostri dolori. Come nel suo libro precedente, "Gli anni al contrario" (Einaudi Stile Libero, autrice anche di diversi libri per ragazzi, tra cui "Bruno il bambino che imparò a volare, e Casca il mondo) , torna in libreria con Addio Fantasmi (Einaudi Stile Libero), dove la vita viene raccontata nelle sue insenature più profonde. Il dolore é il protagonista indiscusso di queste pagine. E' un dolore silente che muove gli animi, come quando un amico fidato vi racconta della sua malinconia e dei suoi ricordi di bambino. Non é un libro triste. E' un libro che celebra il ritorno alla pace senza dimenticare la tristezza, perché "La vita non si fa con i residui, con quello che ti tieni come scorta. Non ne hai un'altra di ripiego, dove mettere le cose che non fai."


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