top of page

La Chimera - Sebastiano Vassalli



Buon giorno viaggiatori, è da un po’ che non parliamo di viaggi, di amori o di misteri e ora che l’autunno è arrivato è un buon momento per intraprendere nuovi incontri e scoprire nuove curiosità per scaldare i nostri cuori e iniziare nuove avventure!

​​

Oggi vorremmo parlare del libro “La chimera”, un classico del 1990, un romanzo storico relativamente recente, di Sebastiano Vassalli, ambientato sul finire del 1500 nel Novarese, vincitore del Premio Strega e finalista per il Premio Campiello.


Il titolo del libro sembrerebbe ispirato al mostro mitologico con parti del corpo di animali diversi. Secondo il mito greco fa parte della progenie di Tifone ed Echidna, insieme all'Idra di Lerna, Cerbero e Ortro, una raffigurazione animale quindi del male. In realtà il titolo è ispirato al Monte Rosa cosi come appare agli abitanti di quelle zone in determinati periodi dell’anno.


Protagonista è Antonia, una giovane ragazza orfana, allevata dalla suore della Casa della Carità di Novara secondo la disciplina rigida cattolica del tempo. All’età di dieci anni viene “acquistata” da una famiglia contadina, Bartolo Nidasio e sua moglie Francesca, dove cresce e diventa adolescente, dove incontra Biagio e un pittore che ne ritrae il viso in quanto folgorato dalla sua bellezza paragonata alla Beata Vergine, che scatena l’ira degli abitanti del paese.

Il periodo storico, descritto minuziosamente, è uno specchio preciso delle abitudini, delle tradizioni popolari italiane ma anche delle tirannie dei feudatari, dei saccheggi degli sciacalli e dei rapimenti da parte dei bravi. Insomma è un periodo molto particolare della storia dell’umanità, in cui inizia il declino del Medioevo, uno dei periodo più oscuri, per intraprendere una nuova era che porterà alla rivoluzione industriale.

Purtroppo siamo nell’epoca in cui domina l’Inquisizione e il Sant’Uffizio, in cui una donna poteva essere messa al rogo solo perché rossa di capelli o per avere un neo visibile, tutti segni considerati simboli della presenza del maligno. La mente dell’uomo era ancora ancorata a questi limiti antropologici responsabile dell’uccisione di migliaia di donne anche in tenera età.

Una volta divenuta adulta, Antonia s’innamora di un uomo considerato vagante e senza fissa dimora, viene anche per questo, senza esitazione, additata come ragazza strana dai facili costumi e dalle abitudini bizzarre e dagli incontri misteriosi con quest’uomo paragonato al diavolo. Viene immediatamente denunciata al Sant’Uffizio e richiesta la sua presenza in tribunale dove verrà accusata e condannata dopo una lenta prigionia ricca di torture, violenze fisiche e carnali, sino al giorno della sua esecuzione davanti a tutti, davanti agli occhi di gente senza scrupoli pronta ad additare una giovane ragazza senza un motivo fondato, se non il passaparola ingigantito dai contadini paesani legati solo alle credenze popolari.

La breve vita di Antonia, caratterizzata da inganni, abbandono e scarso amore, finisce senza un motivo preciso. Antonia non aveva rubato, ucciso o minacciato nessuno. Antonia diventa vittima di una società povera mentalmente, ignorante,limitata, lontana dalla città, dove prevale ancora l’ideologia del villaggio e della piccola comunità abitata da figure precise: il medico-santone , l’avvocato, il fornaio, il calzolaio, l’artigiano, il boia, la strega.


Vassalli descrive con precisione tutto quello che accade alla protagonista in modo ingiustificato dentro al prigione, senza filtri, utilizzando una lente di ingrandimento che ti permette di comprendere la bassezza e l’ignoranza del tempo, la violenza legalizzata nei confronti del genere femminile, uno stile di vita dettato solo esclusivamente dalle leggende.


Abbiamo deciso di parlare di questo romanzo storico in quanto è un libro affascinante, coinvolgente, caldo e descrittivo che riporta all’epoca di Antonia, la strega di Zardino. Un periodo funesto avvolto dalle tenebre dell’ignoranza, dove il bene perde dinnanzi all’inganno, alla beffa e alla sottile ironia malvagia tipica dei prepotenti e degli arroganti. E’ un libro che descrive la vita del paese, del villaggio e dei costumi dell’epoca. Credo sia un classico che andrebbe letto, accanto al Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa o al Piacere di D’Annunzio, in età scolare superiore, per arricchire di un tassello di cultura il nostro sapere e il nostro patrimonio che sta andando sempre più spesso assottigliandosi.


Oggi il mondo non è letteralmente cambiato, i cattivi dominano un mondo in cui i giusti soccombono e vengono schiacciati, ma siamo emersi dal quel soffitto di vetro di credenze popolari contadine, oggi ancora presenti in molti paesi dell’Africa o dell’Asia o in Sud America, in cui le popolazioni aborigene vivono ancora difendendosi dagli stregoni sempre a caccia di talismani per i sacrifici alle divinità. Abbiamo però superato,nel mondo civilizzato la caccia alle streghe, anche se il male prevale, nonostante sia finito da secoli il Medioevo, la natura dell’uomo non avrà mai pace fino a quando non sarà capace di distinguere tra il vero bene e il vero male.

Per concludere la nostra introduzione, cari viaggiatori letterari, Vi salutiamo riportando quindi una citazione che esprime l’essenza del libro e del suo fascino:

“È qui infatti, nelle liti di cortile, che l'odio umano si raffina e si esalta fino a raggiungere vette insuperabili, diventa un assoluto. È l'odio puro: astratto, disincantato, disinteressato; quello che muove l'universo, e che sopravvive a tutto.”


Tag:

bottom of page