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  • Giusy Laganà

Teorie della comprensione profonda delle cose - di Alfredo Palomba, la realtà secondo un filtro


"Affidati, lettore, affidati e lasciati guidare. Sospendi per un attimo i dubbi, porta pazienza, divertiti, immergiti. Smarrisciti perfino, qui e più avanti, senza però mai perderti d’animo. Non so ancora come ma, in qualche maniera, ne verremo fuori."


Se guardassimo la realtà solo con il nostro punto di vista vivremmo in una società democratica e socialmente strutturata? Accetterebbero tutti di vivere solo e secondo il punto di vista di ognuno?

I punti di vista e i filtri sono indispensabili nella comprensione di tutto quello che capita nella quotidianità. Ma comprendere ogni aspetto di essa, solo attraverso il nostro sguardo, non ci consentirebbe alcun confronto con gli altri.


Vi siete mai chiesti se questo succedesse anche in letteratura, nei personaggi di un libro? Se ciascuno di loro si muovesse secondo la propria "teoria" o "prospettiva", come si svilupperebbe la trama in modo involontario e non programmato? Come vivrebbe Jay Gatsby ne Il Grande Gatsby di Scott Fitzgerald o

Holden Caulfield ne Il giovane Holden di J.D. Salinger, o Emma Bovary in Madame Bovary di Gustave Flaubert? Se il loro sguardo fosse quello socialmente corretto rispetto alla società del loro tempo e al modo di pensare che li ha incasellati come personaggi naif, cosa rappresenterebbero oggi?



Basti pensare ai grandi classici, frequentemente citati in questo romanzo, se fossero stati considerati "materia atomica inerte senza empatia verso coloro con cui non hanno stabilito rapporti personali", come Alfredo Palomba dice di considerare la quasi totalità degli esseri umani, come potrebbero essere giudicati oggi i miti che hanno costituito il nostro patrimonio letterario?


Sulla sfondo il ricordo di un’antica torre aleggia sulla città di Paesone e sulla Valle del fiume Scafato. Questo segno di un mondo remoto – un sogno, un’epifania, un varco – domina lo scenario in cui si muovono personaggi apparentemente lontani l’uno dall’altro: l’autore di un blog anonimo, un ragazzino geniale di cui i genitori e gli insegnanti non conoscono le qualità, un aspirante poeta, Toni Dattero, un tossicodipendente che crede di essere un cavaliere errante, Don Pagnotte, un trentacinquenne disturbato.

L'unico filo in comune é l'essere fedeli solo alla verità del loro stesso sguardo, e appunto al loro filtro.


"Gli eserciti nemici stettero per ben due mesi l'uno di fronte all'altro, sulle rive opposte del fiume Scafato, logorandosi a vicenda col lancio di frecce e pietre scagliate con le catapulte. Infine, i Goti furono sconfitti. La testa di Teia, troncata dal busto, fu infissa a un'asta e mostrata così ai Goti, perchè ne fossero atterriti e demoralizzati il più possibile".

Hannibal Lecter nel Silenzio degli innocenti, uno dei personaggi più affascinanti nel panorama letterario e cinematografico, potrebbe dirci oggi che la sua visione era eticamente corretta. Guardare il mondo, e in primis le persone, unicamente secondo la sua visione e il suo passato, le trasformava nel suo pasto preferito e in quello che più di tutti lo contraddistingueva. La diversità diventa un focus di giudizio, un metro di dialogo, diventa essa stessa la nostra carta d'identità.

Darth Vader in Star Wars sarebbe un buono e non per forza "un cattivo", perché in fondo ciascuno ha le proprie ragioni, ciascuno di noi guarda la realtà secondo quello che ci hanno insegnato e come lo hanno fatto.


In questo originale e architettonico romanzo, l’autore è Alfredo il Pelato, alter ego dell’altro Alfredo, Palomba, quello fuori dalla pagina che scrive, presente nella narrazione per guidare i personaggi e la teoria, dottorando in Letterature Comparate e insegnante di ripetizione del giovane Max, un adolescente dalla spiccata intelligenza tenuta, però, ben nascosta a insegnanti e genitori.

Lo sguardo di Alfredo Palomba sulla realtà, attraverso le peripezie degli abitanti del luogo e dei personaggi cinici e alienati, é scientifico e analitico. Tutti sono ossessionati dal loro "filtro" e dalle loro convinzioni. Figure tra di loro contrastanti ma che rivelano che, dietro ad ogni loro sguardo e modo di vedere la Teoria, si nasconde un profondo e solitario dolore.


L'obbiettivo dell'autore é quello di dare un senso alle cose all'interno del caos, attraverso l'utilizzo di una moltitudine di registri linguistici e stilistici in una società caratterizzata dall'impoverimento della lingua e dalla standardizzazione delle weltanschauung del mondo. Un romanzo ironico e, se vogliamo "umoristico", sulle prospettive di quello che programmiamo di diventare e essere, secondo il nostro credo, secondo i nostro occhi.


Alfredo Palomba (1985) è dottore di ricerca in letterature comparate e docente nella scuola secondaria. Ha preso parte ai volumi Delle coincidenze. Opificio di letteratura reale/1 (ad est dell’equatore, 2012/2015), Le attese. Opificio di letteratura reale/2 (ad est dell’equatore, 2015), Anatomè. Dissezioni narrative (Ensemble, 2018). Ha collaborato al volume Il romanzo in Italia. IV. Il secondo Novecento (Carocci, 2018) e alla traduzione de La letteratura in laboratorio, a cura di Franco Moretti (Federico II University Press, 2019). Suoi articoli, saggi e racconti sono stati pubblicati su «CrapulaClub», «Verde», «I libri degli altri», «between», «Nazione Indiana». Il racconto “Okkupare” è nel Vocabolario minimo delle parole inventate (Wojtek, 2019). Teorie della comprensione profonda delle cose, segnalato dalla giuria del XXX° Premio Italo Calvino, è il suo primo romanzo. (wojtekedizioni.it)

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