La zona cieca- di Chiara Gamberale
"Tu te lo sei mai chiesto in quante foto di quanti sconosciuti ci ritroviamo senza saperlo? In quante foto capitiamo per caso,e poi rimaniamo lì,per sempre. Perchè oggi mi sono messo a sfogliare i miei album e me lo sono chiesto. Chissà di che stavano parlando quell'uomo e quella donna che si vedono sullo sfondo di questa foto che ho scattato a mia figlia in Croazia. Chissà quanti sono gli altri,mi sono chiesto,chissà chi sono veramente,che cosa vogliono. Chissà a cosa pensano,di che hanno paura. Chissà chi sono,pure quelli che amiamo. Che cosa vogliono.
"Gli esseri umani mi spaventano da sempre.Il carico di malessere,invidia,frustazione che portano con loro anche e soprattutto quando parlano d'altro,ridono,quando li incontri velocemente in coda alla posta o davanti a un cinema,mi è sempre arrivato addosso con violenza inaudita".
La zona cieca è quello spazio quasi invisibile a noi, latente e inconscia. Gli altri possono coglierla ma per noi rimarrà sempre quel vicolo cieco dove ogni tanto, vittime dei nostri tormenti, finiamo a riflettere. Tra un libro e l’altro ho deciso di leggerlo, e come sempre la Gamberale ti regala momenti di riflessione, storie di vita e una scrittura sonora. Perché ciascuno di noi ha la propria zona cieca, nolente o volente.
Lo sa bene Lidia Frezzani, che ogni giorno nella sua trasmissione radiofonica "Sentimentalisti anonimi" riceve confidenze di persone totalmente confuse, e che s'innamora di Lorenzo, uno scrittore quarantenne arrogante e fascinoso, totalmente annebbiato dal suo narcisismo. Comincia una storia d'amore dai ritmi serrati, fatta di bugie vere o supposte, smascherate, di tradimenti e piaceri perversi: quello che prova Lidia nello schiantarsi contro l'imperturbabilità e l'apparente indifferenza di Lorenzo, e quello di Lorenzo che sembra godere nel lasciarla fare. Un rapporto difficile tra lei, con i suoi disturbi alimentari e i tre ricoveri in psichiatria, e lui, tra droghe e psicofarmaci, antidepressivi e tanto sesso. Nel libro infatti dice <E'assurdo parlare degli psicotici come di persone "fuori di testa".E' esattamente il contrario,loro vivono tutti "dentro la loro testa">. E tra un tiro e molla, Lidia capisce che Lorenzo ha bisogno di un diversivo esterno. Inventa la figura di Brian, un follower e lettore di Lorenzo che dispensa buoni consigli esistenziali grazie alle pratiche sciamane da lui praticate. Ma Lorenzo non è mai soddisfatto neanche quando Lidia lo sorprende a letto in casa loro con un’altra.
"Non lo so come si fa, nè tantomeno da dove si comincia,capita e basta,gli ho risposto io. E quando te ne accorgi è già troppo tardi".
Una storia di tanti tradimenti e abbandoni dalla quale Lidia non riesce a liberarsene. Perché spesso ci buttiamo a capofitto nelle situazioni solo perché sappiamo in partenza che ci faranno soffrire. Noi umani siamo fatti cosi, per un minuto di felicità ci giochiamo anni di lacrime e delusioni. Lidia rinuncia a tutto per lui, perché lui non ha speranza. Lorenzo ricorda molto il “Niente” di un altro libro della Gamberale ossia “Qualcosa”. E quando finalmente si lascia convincere dalle parole di Brian, ormai Lidia è su un altro binario, proiettata verso il suo futuro.
"Non ho mai smesso di pensare che mi fosse necessario. E non l'ho mai odiato per il fatto di non essere necessaria a lui. Però lentamente ho cominciato a districarmi da quella necessità. A contenerla in una consapevolezza triste che schizzasse la sua rabbia da tutte le parti".
Dimentichiamo spesso noi stessi e i nostri progetti quando ci innamoriamo di qualcuno, quando questa persona diventa, o crediamo essere, il baricentro della nostra intera esistenza.
"Alcune persone riconoscono istintivamente i nostri punti deboli e sfruttano proprio quelli per legarci a loro".
La zona cieca è quello spazio che prima o poi ciascuno di noi dovrebbe imparare a conoscere. Non tutti ci riescono, e purtroppo solo attraverso il dolore o la perdita si può raggiungere la consapevolezza che quel rapporto è malato, che per noi non va bene. Per questo Lidia inventa Brian, perché sa che lei è troppo coinvolta e non ha charm con Lorenzo. La postfazione del libro è scritta da Walter Siti. Qui viene analizzata in primis la Chiara Gamberale scrittrice. La sua parte ironica e la sua parte complessa e profonda. Insomma, lo stile di una grande scrittrice e le sue storie, raccontate in modo diretto e intenso, che sconvolgono sempre il lettore, che si sente sempre tirato in causa.
"So benissimo che mai nessuno mi raggiungerà dove mi hai raggiunto tu". Questa é una delle frasi che più mi ha colpito di questo libro. Perché la nostra zona cieca inizia proprio a espandersi quando qualcuno raggiunge le nostre corde più profonde, sfiora la nostra anima. Ma prima o poi, se non é la persona giusta, ci rendiamo conto che ci fa troppo male e piano piano affrontiamo la catarsi per vivere prima per noi stessi, proprio come succede a Lidia.