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  • Giusy Laganà

L'anno che a Roma fu due volte Natale - di Roberto Venturini


"Era un tutto grande come i loro bisogni, che erano torrenti alimentati dal prolungamento infinito del desiderio, che non lo gonfiavano, il lago della serenità, perchè non avevano nulla a che fare con la felicità."

Roberto Venturini torna quest'anno con il suo secondo romanzo, "L'anno che a Roma fu due volte Natale" (SEM, 2021). Dopo "Tutte le ragazze di una certa cultura hanno almeno un poster di un quadro di Schiele appeso in camera" (SEM, 2017), propone una storia toccante e famigliare composta da personaggi vittime di ingiustizie sociali che delineano stereotipi iconici e maschere teatrali.

Con sottile umorismo, situazioni surreali quasi assurde, i personaggi indimenticabili di questa nuova storia di Venturini diventano specchio di un contesto sociale come quello della periferia ed espressione del disagio come una delle verità e sfaccettature dell'essere umano.

"A forza di farsi scivolare le cose addosso, ad Alfreda si era impermeabilizzata l'anima. Però quella notte dell'anno in cui a Roma fu due volte Natale le formicolarono le emozioni, allora infilo' una mano in un guanto irrigidito dal tempo e prese un paio di ciocchi di legno, lì gettò nel braciere arrugginito che teneva in veranda e accese il fuoco".

E' la storia di Alfreda, un'accumulatrice seriale affetta da demenza senile che ha trasformato il suo villino in un tugurio vivendo per inerzia tra ricordi, insetti e vecchi oggetti. Da qualche tempo, durante le sue notti insonni, immagina di incontrare Sandra Mondaini, che ha conosciuto ai tempi d'oro del Villaggio Tognazzi e con cui intrattiene lunghi discorsi sulla "separazione" dal marito che Alfreda non ha mai superato.

E' la storia di Marco, figlio di Alfreda, disoccupato e tossicodipendente. Un ragazzo che ha goduto un pò di notorietà per una pubblicità fatta da piccolo e che adesso invece vive la sua giovinezza facendo da badante alla madre tra amici, bar e amori collettivi.

"Erano soltanto cose, ma era tutto quello che le rimaneva della vita prima dell'abbandono. Se Mario se ne fosse andato per scelta, tanta roba se la sarebbe portata via, come succede quando due si lasciano, si allontanano. Ma ora quella materia esisteva, aveva un odore, una consistenza che Alfreda tastava, annusava, attribuendole significati che probabilmente non aveva: erano le metastasi della sua infelicità."

Alfreda, condividendo il lutto per la morte e la separazione fisica di Sandra Mondaini, sepolta nel cimitero di Lambrate lontana dal suo Raimondo Vianello sepolto a Roma, confessa la folle idea al figlio di riuscire a ricongiungere i due personaggi pubblici della televisione per cercare di sistemare le cose anche per lei stessa. Con l'aiuto di personaggi sui generis, Marco e Alfreda intraprendono questa folle missione.


Il libro di Venturini é un libro nostalgico, dove particolare é il rapporto madre - figlio, simbiotico e soffocante in un contesto sociale con le difficoltà culturali di una periferia allo sbando.

Roberto Venturini è nato nel 1983 a Roma. È autore, soggettista e sceneggiatore della pluripremiata serie web che ha ispirato il suo fortunato esordio letterario: Tutte le ragazze con una certa cultura hanno almeno un poster di un quadro di Schiele appeso in camera (SEM, 2017), vincitore del Premio Bagutta Opera Prima.


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