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  • Giusy Laganà

Due libri stupendi, diversi tra loro ma da leggere |




"Quando sarà grande, di noi non sarà rimasto niente, tutto sta già cambiando, siamo noi che non ce ne siamo accorti. E allora dovremo trovare il modo di farci perdonare per le nostre scelte, lasciare qualcosa che parli di noi anche quando ce ne saremmo andati".


Due storie da pochissimo in libreria. La prima di cui riporto la citazione iniziale é L'albero del Ténéré di Alessandro Andrei per Wojtek Edizioni . La seconda é Selvaggio ovest di Daniele Pasquini per NN Editore .

Cosa hanno in comune tra di loro? Sono due romanzi dettagliati nel descrivere il momento narrativo, i personaggi e tutto ciò che costituisce il contorno. Il primo ambientato tra Milano, Parigi e Marrakesh, il secondo in Toscana.

I protagonisti sono sempre in bilico, mossi invece dai personaggi intorno in continuo e veloce movimento.

I ricordi sono sibillini, riportano al punto focale della memoria. Il caos regna sovrano in esistenze che si rompono in mille vetri, causando schegge che colpiscono i punti più remoti perché saranno loro a fare più male.

La frontiera ti costringe a non fermarti. L'Ovest, nel caso di Selvaggio Ovest, é una direzione, non una meta raggiungibile. Si sposta mentre lo insegui. E forse é proprio questo lo scopo della letteratura. Sulla frontiera, come qualsiasi altro confine, c'è spazio per mettere in scena la precarietà dell'esistenza, la relazione con l'altro, l'onnipresenza della morte ma anche, come nel libro L'albero del Ténéré, la ricerca di identità, il bisogno disperato di un senso, il ricongiungimento con chi per noi é stato importante.

Due libri scritti da due autori italiani, pubblicati da due realtà di qualità, dove l'attenzione non solo alla storia ma anche al lettore sono di una priorità superlativa.


Ernesto Furlan detto Hervé, ex membro di Prima Linea latitante, e Antoine Donizzetti, broker a Milano, sono zio e nipote. Mentre la sua vita va trasformandosi in uno sfacelo, Antoine riceve una lettera da Marrakech e apprende della morte, e di un’eredità, dello zio.

A pochi giorni dal più grande crollo finanziario del terzo millennio, con pesanti accuse penali addosso, Antoine dovrà scegliere se partire per il Marocco sulle tracce di Hervé, mito della sua adolescenza, gettandosi nell’incertezza di incontri ambigui, nel trauma di conoscenze inattese. Gli anni trascorsi a Parigi, figlio di esuli triestini, ritornano a galla, riconnettendo la violenza di un omicidio preterintenzionale al nuovo disordine del suo presente. Andrei insedia il lettore in un ritmo incalzante dove Antoine e Hervé si fronteggiano. L’anarchia politica interroga quella privata attorno alla frattura contemporanea del concetto di libertà. Ma Antoine, come un albero che riesce a mettere radici nel deserto, riesce a resistere ad ogni colpo del destino.


Alla fine dell’800 l’Italia è da poco un unico stato, ma nelle campagne non è cambiato nulla o quasi: i butteri della Maremma, i mandriani a cavallo, badano come sempre al bestiame e si guardano dai briganti che infestano la zona. Penna, un buttero capace e taciturno, insieme a suo figlio Donato ha appena fatto arrestare Occhionero, uno dei fuorilegge più spietati. Nel frattempo, la giovanissima Gilda, figlia di un carbonaio, medita vendetta contro i complici di Occhionero, colpevoli di averle usato violenza; quando il brigante prepara la fuga dalla caserma, presidiata dal vanesio Orsolini, arriva in Italia il Wild West Show, il grandioso spettacolo di Buffalo Bill, che insieme a pistoleri e capi indiani gira il mondo in cerca di guadagni e di fama. E mentre lo Show si sposta a Firenze, un furto di cavalli intreccia le vite dei protagonisti, innescando la catena di eventi che condurrà fino al drammatico scontro finale. Selvaggio Ovest è allo stesso tempo un romanzo d’avventura, un romanzo corale, un arazzo dove le piccole vite spiccano vivide e indimenticabili sul grande intreccio della Storia. Con passione e meraviglia, Daniele Pasquini trasporta il West americano in terra toscana, e lo trasforma in quotidiana leggenda, da tramandare a voce, da ascoltare con il cuore.


Questo libro è per chi sa che quando un sentiero finisce bisogna inventarne uno nuovo, per chi ha divorato Lonesome Dove di Larry McMurtry, per chi sta rincorrendo qualcosa di invisibile e lontano, e per chi dalla terra sente salire una nebbia profumata, l’odore della primavera imminente, una linfa verde che brilla come una promessa di gloria.


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