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  • Giusy Laganà per Viaggi Letterari

A bocca chiusa non si vedono i pensieri - di Benjamin Ludwig


"Adesso invece vogliono che io viva qui e i lacci della vestaglia sono dalla parte sbagliata. Il che significa che nulla va per il perso giusto. E che mi trovo ancora dalla parte sbagliata del Per Sempre. E che il segno uguale gigantesco al Cumberland Farms dove essere quello sbagliato. Ecco perché sono ancora

(- Ginny) e quando l'ho attraversato non sono tornata ad avere nove anni. Non so se riuscirò' mai a trovare il segno uguale giusto. Non so se riuscirò mai a trovare il modo di riportare le cose esattamente com'erano prima che la polizia mi tirasse fuori da sotto il livello della cucina. Quando esco dal mio cervello sono seduta di nuovo sul mio letto".

Ginny Moon é per molti versi una tipica quattordicenne: suona il flauto, gioca a a basket e studia le poesie di Robert Frost. Ma vi é un solo piccolo particolare: Ginny é autistica. E ciò che per lei é assolutamente irrinunciabile, come iniziare ogni giornata con nove chicchi d'uva a colazione oppure cantare Michael Jackson, o prendersi cura della sua bambolina ed elaborare in segreto un piano di fuga potrebbe sembrarvi un pò fuori dalle regole. Ma Ginny é fortemenente attaccata alle abitudini e fa fatica a comprendere le regole. Ginny vive nella sua famiglia affidataria con i suoi genitori "Per Sempre", dopo anni trascorsi da una famiglia all'altra e dopo che é stata portata via dalla madre naturale, tossica e violenta. Adesso pero', ha trovato finalmente la sua Casa Per Sempre, dove sentirsi al sicuro e protetta, con genitori che le vogliono bene e che possono prendersi cura di lei. Ma lei ha altri progetti per la testa. Perché in quella vita abitudinaria e dove ogni movimento deve essere pianificato e ripetuto molte volte per stare tranquilla e calma, le manca qualcosa. Purtroppo ha un chiodo fisso: recuperare la sua bambolina. Questo pensiero lo condivide con i suoi genitori affidatari, nonostante tenta di soffocare e chiudere il valigia il finto neonato per il laboratorio di educazione sessuale a scuola. Nonostante lo ripete tutte le settimane alla sua psicoterapeuta. Ma tutti credono sia un bambolina immaginaria, un giocattolo, qualcosa da poter facilmente sostituire.

Ginny ha vissuto con sua madre per molto tempo, denutrita e sporca, tra droghe e compagni della madre violenti e aggressivi. Ma ha sempre protetto la sua bambolina. E ora, mente cresce, sente il bisogno di recuperare quello che le manca per vederla e sapere se sta bene. Per fare questo decide di scappare e contattare tramite Facebook sua madre, perché solo lei può sapere se la sua bambolina sta bene. Tutto questo con un figlio naturale in arrivo per i suoi genitori affidatari e le sue "non regole" che ripete cento volte al giorno per mantenere la calma. Perché se esplode, diventa violenta e aggressiva con tutti. Perché oltre al suo autismo, Ginny non é stata mai amata e ha dovuto fin da piccola fare da madre a se stessa e alla sua "bambolina". Nessuna le crede e si ribella agli adulti che sembrano incapaci di andare oltre e non intuire i suoi progetti. Nonostante diffide per sua madre biologica, Ginny pensa che ci sia una speranza di redenzione materna anche per sua madre. E' convinta che sua madre sia migliorata e che possano vivere insieme di nuovo "bene". La sua è semplicemente la storia di una ragazzina speciale, alla ricerca del suo posto nel mondo. Ma che dopo mille perizie scopre non essere il mondo che ricordava, che le persone cambiano e che la sua bambolina é cresciuta, ha sei anni. Scopre un mondo totalmente diverso dove é difficile fidarsi, anche se si tratta della propria madre. In fondo alla Casa Per Sempre é al sicuro e amata, nonostante le sua marachelle, i furti, l'infarto che ha fatto prendere al suo padre affidatario e la sospensione dalla sua scuola per ragazzi speciali come lei.

Arriva a comprendere che le é stata offerta una possibilità, una speranza per lei e per una vita tranquilla. Dove basta essere se stessi senza segreti per calmare le acque e ricominciare. Perché tutti possiamo chiudere con il passato.

Benjamin Ludwing, insegnate di letteratura inglese e di scrittura creativa, vive con la famiglia nel New Hampshire. Poco dopo il matrimonio lui e sua moglie hanno adottato un'adolescente autistica. "A bocca chiusa non si vedono i pensieri" é il suo primo romanzo, in parte ispirato alle conversazioni con i genitori che ha incontrato portando la figlia agli allenamenti di basket di Special Olympics. Un libro divertente e ironico, capace di trattare una difficile tematica come quella dell'autismo, con le parole in prima persona di chi lo vive tutti i giorni.


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