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L'estraneo
In quella mattina gelida si sentiva l’estasi oscura dell’inverno.
Diedi un ultimo sguardo all’ospedale, ma prima di partire lo vidi.
L’estraneo era vicinissimo a me. Il suo viso perfettamente lo specchio del mio, i suoi grandi occhi neri immobili, fissi nei miei.
Scrisse qualcosa sul vetro posteriore della macchina dove ero seduta con le sue dita che sembravano lunghi ghiaccioli.
Resta con me!
Diedi un ultimo sguardo all’ospedale, ma prima di partire lo vidi.
L’estraneo era vicinissimo a me. Il suo viso perfettamente lo specchio del mio, i suoi grandi occhi neri immobili, fissi nei miei.
Scrisse qualcosa sul vetro posteriore della macchina dove ero seduta con le sue dita che sembravano lunghi ghiaccioli.
Resta con me!

Una porta blindata
Mi ero svegliata nella notte chiedendomi perché fosse successo. Cosa non mi ero perdonata per essere così infelice? Forse non avevo visto la quotidianità per quello che era.
Mi sentivo sola, smarrita; delusa da me stessa nonostante l’amore smisurato che ti avevo riversato addosso, scivolando in un senso unico. Può il troppo amore ferire? Può smarrire, umiliare, squarciare?
Mi sentivo sola, smarrita; delusa da me stessa nonostante l’amore smisurato che ti avevo riversato addosso, scivolando in un senso unico. Può il troppo amore ferire? Può smarrire, umiliare, squarciare?

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