top of page

La morte del padre - di Karl Ove Knausgård

Viaggi Letterari


Dedicato a chi pensa che leggo solo romanzi rosa, oggi voglio scrivere di chi ha raggiunto l'immortalità letteraria, diventando uno dei più grandi scrittori viventi con la pubblicazione dei sei volumi intitolati "La mia battaglia", di cui "La morte del padre" é il primo. Feltrinelli ha pubblicato anche il secondo e il terzo volume, "Un uomo innamorato (2015) e "L'isola dell'infanzia" (2015), e il quarto volume "Ballando al buio" (2016). Dinnanzi a questo libro mi sento in dovere di fare un'inchino simbolico. "Scrivere significa portare alla luce l'esistente facendolo emergere dalle ombre di ciò che sappiamo. La scrittura é questo. Non quello che vi succede, non gli avvenimenti che vi si svolgono, ma lì, in se stessa. Lì risiede il luogo e l'obbiettivo dello scrivere". Knausgård sostiene che la potenza insita nel tema e nello stile deve essere spezzata affinché possa nascere la letteratura. E' questa demolizione che viene definita scrivere. "Lo scrivere riguarda più il distruggere che il creare".

Ma cosa leggerete in questo libro? La morte del padre racconta l'inizio delle riflessioni dello scrittore e delle sue difficoltà, attraverso i flashback con la quale racconta le emozioni con cui ha vissuto la perdita di suo padre e l'alba del suo cammino verso un'esistenza tormentata. L'autore inizia a scrivere per aprire il mondo, per renderlo libero, combattendo la finzione della vita con la finzione stessa. Un eroe romantico che si ribella ai dettami di un mondo ricco di complessità e compromessi. La storia della sua vita, il suo percorso esistenziale e l'amore per la scrittura. Questi gli elementi essenziali di un libro scritto con parole pesate e ricche di importanza, parole scritte da un maestro che imparerete a conoscere con la curiosità di sapere cosa altro racconterà e come è diventato l'uomo e lo scrittore di oggi.

Knausgård debuttato nel 1998 con il romanzo Ute av Verden (Fuori dal mondo, non pubblicato in Italia); per questo libro è stato insignito del Premio letterario della Critica Norvegese (Norwegian Critics Prize for Literature). Si tratta del primo caso di assegnazione del premio a un debuttante.

Il suo secondo romanzo, En tid for alt (Un tempo per ogni cosa, anche questo non pubblicato in Italia), edito nel 2004, ha vinto svariati premi ricevendo anche una nomina per il Premio letterario del consiglio nordico (Nordic Council's Literature Prize), uno dei premi più prestigiosi a livello letterario per gli stati nordici paragonabile all'IMPAC. Questo romanzo è stato considerato dalla critica newyorchese "Un romanzo strano, irregolare e meraviglioso".

Nel 2009 ha vinto il Brage Prize con il libro La mia lotta - Volume 1 (uscito in Italia nell'ottobre 2010), il primo di sei volumi autobiografici pubblicati in Norvegia tra il 2009 ed il 2010. Il titolo originale del libro è Min Kamp, un accenno ironico a Mein Kampf di Hitler (con cui non ha niente in comune). In totale, i sei volumi corrisponderanno a oltre 3000 pagine. L'uscita di questo romanzo ha suscitato molto scalpore e molti dibattiti in Norvegia soprattutto perché Knausgård ha descritto dettagliatamente la vita privata della sua famiglia e di alcuni suoi amici e conoscenti. Tuttavia il romanzo ha riscosso un grande successo con molte critiche favorevoli prima ancora che l'ultimo volume fosse pubblicato. Può quindi considerarsi uno dei più grandi successi norvegesi mai pubblicati. In un'intervista radiofonica con l'ex moglie Tonje Aursland, dalla quale è separato e che ha avuto un ruolo centrale in episodi del romanzo Min Kamp, Knausgård ha ammesso di aver fatto svariate volte una sorta di patto col diavolo, sacrificando la sua relazione con parte della sua famiglia e dei suoi amici. I volumi di Min Kamp sono attualmente in traduzione in diverse lingue in tredici paesi.

bottom of page